Giulio, ines e la Villa del Chiaramello

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Giulio, ines e la Villa del Chiaramello

    La figura di Giulio Casalini riemerge, saldamente legata alla Villa del Chiaramello durante la guerra di liberazione.

Era da un anno e mezzo sfollato nelle Langhe dopo i due importanti interventi chirurgici del 1942, quando i partigiani, capeggiati dal Maggiore Mauri (col. E. Martini) giudicarono utile, per la loro azione, la sua casa di campagna ai Ghigliani di Clavesana.

Richiestagli, la concesse senza esitazione. Gli stessi sistemarono al piano terreno un comando di zona, coi propri servizi di macello, di rifornimento, di riparazione automezzi.

Al secondo piano trovarono ospitalità ufficiali italiani, inglesi, americani, ebrei, partigiani, mentre gli altri si sistemarono nel rustico.

    Casalini non si allontanò dalla Villa ma continuò a vivere al primo piano, cercando di essere utile ai partigiani anche come medico.

A causa delle improvvise perquisizioni, minacce e  furti perpetrati dalle truppe tedesche di stanza nel Monregalese, corse il rischio di vedere incendiata la Villa e di essere fucilato.

A Liberazione avvenuta, il comandante partigiano faceva questa dichiarazione scritta: dal gennaio 1944 alla liberazione, Giulio Casalini si è prodigato per la causa, mettendo se stesso e la sua casa a disposizione dei partigiani, di esempio e di aiuto a tutti.

La Commissione regionale piemontese col protocollo 35910 dichiarava Giulio Casalini partigiano combattente.

    Ma nella Villa del Chiaramello insieme alla tragedia della guerra si consuma il calvario di Ines affetta da una malattia che non perdona e che la porta alla morte.

Per ricordare agli amici la grandezza d’animo della Compagna, all’indomani della di lei dipartita egli scrisse:

 

 

 

IN MORTE DI INES CASALINI GHESIO-VOLPENGO

nata a Torino

(1878-1943)

 

la natura, che Le fu prodiga di doni,

uno Le negò, il più ambito,

(suo sogno di fanciulla e di sposa),

essere madre.

Sopportò in silenzio il tormento

dell’inattesa mutilazione

nascondendo il mai placato dolore

colla serenità del sorriso.

Fece offerta di sé

con slancio commovente con ardore mai consunto,

in una dedizione assoluta

allo Sposo che il suo cuore aveva prescelto.

Conobbe la religione del lavoro,

la insegnò coll’esempio.

Amò la semplicità e gli umili.

Odiò ogni infingimento.

Severa verso di sé, tollerante verso gli altri,

ebbe il culto dell’amicizia.

Fu poesia vivente, anima pura.

In una vita seminata di dure prove

conservò nel nobile spirito

un raro candore.

 

Perduta il 21 giugno 1943 la sua dilettissima e preziosa Compagna, Giulio Casalini disponeva con testamento olografo del 27 agosto 1943 quanto segue: nomino mio erede universale il Municipio di Torino perché crei una FONDAZIONE INES CASALINI GHESIO VOLPENGO: AIUTI ALLA MATERNITA’ destinata a continuare nel nome della mia amatissima Sposa l’azione a favore della maternità e dell’infanzia, che fu la mia più cara forma di attività.

La Fondazione dovrà adibire la Villa con parco, sita in comune di Clavesana, a Casa di Riposo per madri deboli, designate ogni anno dall’O.N.M.I., tra quelle che frequenteranno i suoi Consultori ostetrici e pediatrici.

Dovrà pure continuare quegli Aiuti alla Maternità che avevo istituito dal 1911 come direttore generale dell’Istituto Madri e Lattanti.

La collina è rimasta quasi come allora...La famiglia al completo si riunisce per una foto di gruppo (1885)Amedeo Ghesio VolpengoUn battello traghettava persone e merci da una sponda all'altra del fiume Tanaro...Il retro della cascina nel 1885Storica mappa catastale del febbraio 1795 attestante l'acquisto della Cascina Ciaramel